Promuovere un locale su internet: guida e consigli utili
La strategia di digital marketing per farsi conoscere sul web e dare un impulso alla tua attività
Ti sei mai chiesto perché alcune attività hanno più successo di altre?
Sì, ok spesso è la qualità a fare la differenza. Ma non sempre basta come saprai bene, e non sempre paga come dovrebbe.
Quando ti ritrovi a fine giornata stanco e frustrato per non aver ottenuto il risultato sperato, ti ronza la stessa domanda: in cosa sbaglio? Cosa hanno gli altri più di noi? Spesso nulla, anzi forse hanno pure meno. Ma hanno capito una cosa fondamentale: oggi saper comunicare virtualmente vale quanto avere un grande chef.
Esagerato? Lo pensavamo anche noi prima di aver dato un’occhiata ai numeri del settore. Ti invitiamo a farlo con noi, senza impegno alcuno.
Cominciamo con una parola che di sicuro conoscerai, ma che in pochi sanno a sfruttare a dovere: Google.
GOOGLE MY BUSINESS
Cosa facciamo per farci apprezzare nella vita? Innanzitutto, cerchiamo di guadagnarci affetto e stima di chi ci è vicino. E questo vale anche per un’attività di ristorazione. A differenza di un Brand che distribuisce i prodotti su tutto il territorio, un ristorante ha l’esigenza di intercettare, principalmente, gli utenti, nel raggio di 10/15 km dalla propria sede. Chi si è affidato ad attività come volantinaggio o passaparola sa già che è uno spreco di tempo e denaro.
Se anche tu vuoi migliorare la visibilità del tuo ristorante, devi utilizzare strategie Web Marketing che si basano sulla Local Seo. Sembrano parole difficili, è vero. Per semplificare è come tappezzare smartphone, pc e tablet con il vostro nome, con la vostra offerta.
Cosa c’entra Google? Tanto, quasi tutto. Uno dei canali preferenziali degli utenti di mezzo mondo è sicuramente Google My Business.
Mai sentito? Si tratta di un servizio gratuito del motore di ricerca più famoso al mondo che consente di creare:
• Una scheda del ristorante geo-referenziata, cioè direttamente collegata alla posizione sulla mappa e quindi in grado di comparire alla prima ricerca
• Un sito, completo di tutte le informazioni di contatto, sul quale è possibile pubblicare le news e cosa estremamente importanti come il proprio menu, la propria storia
• Gallery fotografici ed eventi. Non sottovalutatela, soprattutto nell’era in cui l’immagine la fa da padrona. Le foto della pagina Google Plus di San Marco Wellness iCLUB per esempio hanno raggiunto le 100.000 view con i complimenti ufficiali di Google
Ma non basta completare esclusivamente la scheda per avere un riscontro effettivo. Bisogna evidenziarla, aggiornarla, renderla il più visibile e il più gradevole possibile.
UN SOCIAL MEDIA MANAGER
Chi apre oggi un ristorante deve pensare a tante figure professionali: lo chef, il responsabile di sala, il commercialista. Ma le chiavi del successo non sono solo dietro ai fornelli o sopra alle calcolatrici.
Oggi nessuna attività può dirsi completa senza un Social Media Manager. Lo avrai già sentito nominare, ma solo chi ha avuto modo di affidarsi a lui sa cosa può dare.
Siamo certi che non affideresti la tua cucina a un cuoco improvvisato, e allora perché puntare su una persona non qualificata per il vostro business? In molti pensano che basta un “ragazzo che sa usare il pc” per utilizzare al meglio social come Facebook o Instagram. Si sbagliano, di grosso.
Anche perché ci sarebbero oggi solo su Facebook oltre 50 milioni di pagine business che in qualche caso arrivano a raccogliere più di 2.5 miliardi di commenti ogni mese e che, per questo, non possono permettersi di improvvisare. Un Social Media Manager non si limita a post sterili, ma sviluppa una strategia dettagliata e continuamente aggiornata che farà esplodere il vostro bacino di follower. Reali e virtuali.
Nel caso della ristorazione poi il contatto social col pubblico è fondamentale. Quante volte ti sei convinto a scegliere un locale o un prodotto con una recensione o con la foto di un piatto cool?
COME SPONSORIZZARE IL TUO RISTORANTE
Ne siamo sicuri: hai già provato a sponsorizzare la tua attività con eventi a temi, serate particolari e offerte sconto. E siamo anche certi che hai usato la giusta empatia e furbizia per fidelizzare nuovi clienti. Non è bastato? Nulla di grave. Anche in questo caso, infatti, serve una strategia mirata. Un approccio social da “paraventi”. Una campagna mediatica efficace.
Per esempio, sai cosa è un Bot Instagram? O come creare una Chat Bot e determinare un flusso sempre più alto di potenziali fan?
IL SITO
La vita sociale è bella, conoscere nuove persone è appagante. Ma Casa è Casa.
E la casa virtuale di un’attività di ristorazione è sempre il sito internet ufficiale. Chi entra però dentro una casa senza servizi, magari con i muri che necessitano di una rinfrescata, senza quadri o con i mobili fuori moda di sicuro non vorrà tornarci. E di sicuro non ne parlerà bene in giro. Per questo la vostra casa, il vostro sito deve essere all’avanguardia.
Come? Affidandola a degli interior designer d’eccezione che sapranno renderla accattivante, facile da navigare, bella da vedere. Ma soprattutto quotidianamente aggiornata, curata, pulita. Non solo social o strategia di comunicazione diretta
Oggi sempre più locali di ristorazione si affidano a un’agenzia di digital marketing. E non solo per farsi conoscere. Ma per continuare a farsi apprezzare e per non annoiare il pubblico. Perché come nelle storie d’amore non basta stupire all’inizio, ma continuare a farlo quando tutto sembra già conquistato. Il nostro invito è rivolto, infatti, a chi ha appena aperto un’attività o la vuole far conoscere. Ma pure a chi vuole rinnovare ambizioni e strategie. A chi è stanco di vivere il proprio lavoro e la propria passione in un perenne equilibrio.
Digital Impact Italia è nata perché questo mercato funziona, perché i risultati sono netti, oggettivi. Ma soprattutto perché sappiamo di potervi dare qualcosa in più rispetto alla concorrenza e perché siamo certi di poter crescere con voi.
Vieni nella nostra sede per conoscere i nostri esperti. Loro ti spiegheranno come potranno espandere il tuo Brand a livelli che mai avevi osato immaginare. Provare per credere.
E grazie ai nostri copywriter qualificati sapremo usare le giuste parole per corteggiare i tuoi futuri clienti. Perché siamo sicuri che con il nostro aiuto ne avrai molti.
La moda e il digital marketing: come aumentare le vendite
Adottare una strategia di Influencer Marketing e modificarla giorno per giorno in base a mode e tendenze è il vero segreto del successo
Diventare un Brand globale di moda sembrava impresa quasi impossibile. Usiamo il passato perché oggi, grazie ai social e al lavoro dell’agenzie di fashion marketing, la parola impossibile non esiste più.
Ma come? Anche se sono un marchio appena nato e non ho il potere d’investimento dei grandi brand internazionali? Sì, anche in quel caso. E non è una semplice promessa pubblicitaria. È ciò che ci raccontano recenti esempi legati a marchi di nicchia che sono diventati brand multimilionari. Quali? Vi dice nulla Supreme?
Sicuramente sapete di che si stratta, ma vi facciamo un breve riassunto. Supreme nasce nel 1994 come un normale negozio di skateboard di New York e per anni il suo mercato resta circoscritto ai soli fruitori di quello sport. Poi negli Usa, dove la lungimiranza commerciale non manca, sono sbarcati i Social Media Manager. E il proprietario di Supreme, tale James Jebbia, ha fatto il botto grazie a una strategia di marketing capillare basata principalmente sui social network. In particolare Instagram, cioè quello più redditizio e sfruttato dalle aziende di moda.
Basti pensare che in Italia la Supreme si affida al cantante Fedez, che su Instagram ha 4,2 milioni di follower, a cui si aggiungono i 10,5 milioni di sua moglie e influencer di moda Chiara Ferragni, insieme alla quale Fedez si fotografa quotidianamente indossando i prodotti Supreme.
Fatto sta che qualche mese fa la Carlyle Group ha acquistato circa il 50 per cento delle azioni di Supreme per circa 500 milioni di dollari, valutando quindi l’intera società un miliardo di dollari. Sì, un miliardo. Non di lire, di dollari.
Ora non vi promettiamo di arrivare ai livelli della Supreme, ma i marchi che hanno sfruttato i social e si sono differenziati sul mercato della moda anche in Italia sono tantissimi.
Grazie al social media marketing i brand sono riusciti a diffondere in modo rapido ed efficace la propria identità, accostando i loro prodotti alla fascia di mercato di riferimento, avvicinandosi così ai consumatori targettizzati. Insomma chi entrerà nel vostro negozio (reale o virtuale) non uscirà dopo una rapida occhiata perché non interessato. Sa cosa trovare, e sa che gli piace. Di conseguenza la possibilità d’acquisto e di ritorno nella vostra attività sale almeno del 50%. Vi pare poco?
Con la crescita che ha avuto il digitale, infatti, tutto il mondo della moda ha subito profondi cambiamenti.
Ma come fanno le aziende di moda – sempre più attive nel settore – a strutturare una strategia di marketing vincente? E’ quello che vi spiegheremo, è quello che vi servirà per sfruttare la rete come uno strumento di pesca e non come una trappola.
INFLUENCER
Adottare una strategia di Influencer Marketing e modificarla giorno per giorno in base a mode e tendenze rappresenta il vero segreto del successo.
Non a caso oggi una delle figure più pagate nel mondo globalizzato è quella dell’Influencer di moda. Soldi meritati perché proprio il lavoro di queste ragazze (o ragazzi) ha permesso a negozi, case di moda e marchi più o meno famosi di fare il vero salto di qualità. L’enorme seguito social, lo spirito di emulazione soprattutto dei più giovani e il lavoro costante dei social media manager privati di queste nuove star sono le tre armi che hanno permesso al settore di incrementare i fatturati e di creare un nuovo mercato.
Il social shopping è qualcosa di complesso, ma anche di maledettamente attraente. Il principale obiettivo di piattaforme social come Instagram o Pinterest è quello di permettere all’utente di vivere l’esperienza di acquisto senza dover abbandonare il proprio feed.
Che significa? Che mentre sto navigando all’interno del mio Pinterest trovo una foto di un influencer che seguo, la apro, vedo cosa sta indossando in quel momento, clicco su ogni singolo capo d’abbigliamento, mi si apre una scheda con i dettagli del prodotto e con un click quel prodotto è mio. Provare per credere.
Non potete permettervi Chiara Ferragni, Kim Kardashian o altre celebrities con cash a sei zeri? Nessun problema, perché oggi a fare la differenza sono anche i cosiddetti nano-influencer. A confermarlo c’è pure un articolo recente del New York Times.
Cosa sono? Comuni cittadini della sfera digitale con migliaia (a volte centinaia di migliaia) di seguaci “attivi”. Ovvero che li seguono unicamente per cogliere suggerimenti di moda e di tendenza. Sueggerimenti che arrivano come raffiche tra storie Instagram o Pinterest, post e inviti a indossare i vostri prodotti.
Non la famigerata e noiosa réclame a tutti i costi. Le influencer diventeranno le migliori amiche di shopping dei vostri clienti. Il tono friendly è una delle armi del loro successo. Per farvi un esempio concreto vi invitiamo a dare un’occhiata al profilo di Camilla Mangiapelo proprio su Instagram.
Importante è capire, però, quale è la influencer più adatta a voi. Insomma quale vestito è più adatto per la vostra azienda. A quello penseremo noi, oltre ovviamente a una campagna mirata che riguarderà anche il MarketPlace e il famoso E-Commerce.
E-COMMERCE
E qui passiamo al piatto forte della nostra, anzi vostra campagna. Oggi più che mai, infatti consumatori acquistano online. Lo dimostrano i dati elaborati dalla “Dressed For Digital – The Next Evolution In Fashion Marketing” di Boston Consulting Group. Nel 2018 il 20% del volume degli scambi commerciali è già online. Una quota destinata a crescere a 25% entro il 2020. Spostare una corposa parte di budget sul mercato virtuale è quindi doveroso se si vuole crescere davvero.
Intuire i trend futuri dell’ E-commerce e ottimizzare al meglio le vostre risorse diventa quindi determinante.
Il piccolo negozio o la piccola impresa che valutano la strada del commercio elettronico si scontrano quotidianamente con la mancanza di risorse (tempo e soldi in primis) e l’incapacità di dare priorità alle attività nel giusto modo.
Così molti di voi si saranno già domandati: quale piattaforma scelgo per il mio eCommerce? Meglio Magento, Shopify o Prestashop? Punto sulla SEO o spendo in Facebook Ads? E così via.
Ma non sono le risposte a mancare. Bensì sono le domande a essere sbagliate perché denotano una mancanza di strategia e di visione nel lungo periodo che solo uno staff di esperti del settore può darvi. Espandere la vendita dei vostri prodotti all’estero, rendere sicuri e snelli i sistemi di pagamento, attirare sempre più clienti interessati al vostro prodotto. E molto altro.
Vi invitiamo a venirci a trovare, senza impegno alcuno, per avere maggiore informazioni e dimostrarvi come ogni idea, ogni marchio può diventare il Brand della vostra vita.
Content Automation
Come passare dalla creazione di contenuti alla loro automazione migliorando l’engagement
Content is the King
Il content marketing come sappiamo è uno degli step vitali in termini di comunicazione ai tuoi clienti, esistenti o potenziali, oltre a diventare uno strumento di lead generation. Ma la scrittura dei contenuti può essere resa industriale attraverso una “catena di fornitura intelligente”, secondo un recente studio.
Lo studio, intitolato “La catena dei contenuti di oggi ostacolano la Customer Journey dei clienti “, ha sostenuto che i loro processi di raccolta non richiedono solo una messa a punto, ma un ripensamento completo del processo.
“Per ottenere il desiderato status di contenuti intelligenti, le aziende devono costruire per il futuro”, osserva il rapporto. “Hanno bisogno di ripensare i loro attuali processi, tecnologie e strutture organizzative per essere preparati a un futuro in cui il valore strategico dei contenuti continua a crescere e determina la differenza tra successo e fallimento dell’azienda”.
Il rapporto sostiene l’esistenza di sei strategie per ottimizzare il contenuto e il processo di coinvolgimento:
- Assumi il controllo sulla catena dei contenuti: il rapporto suggerisce l’attivazione di un “modello operativo di contenuto globale” (GCOM), che potenzialmente sposta le aziende verso un modello automatizzato e autonomo di creazione, traduzione e consegna. Il 93% dei marchi afferma che produrrà più contenuti nei prossimi due anni.
- Esplora più piattaforme per creare contenuti intelligenti: questo implica l’aggiunta di contenuti incentrati sul lato dell’automazione. Solo un marchio su tre afferma di fornire ai clienti un’esperienza continua.
- Ripensare a come viene costruito il contenuto: ci sono diverse possibilità di scrittura: non solo blog, video e podcast, ma anche chatbot e assistenti virtuali, tra gli altri canali emergenti. I brand devono guardare a queste aree e assicurarsi che i loro contenuti possano essere adattati con “rilavorazione minima a massimo impatto”.
- Preparati a adattare i contenuti per qualsiasi canale: molti suggerimenti tornano al primo punto: mentre i brand creano sempre più contenuti, questi ultimi staranno colpendo i luoghi giusti? Solo la metà delle aziende intervistate ha dichiarato di disporre di un set di strumenti centralizzato e standardizzato per la creazione di contenuti, traduzione e consegna.
- Essere consapevoli che i clienti vogliono informazioni sui prodotti: questo è un passo necessario per determinare il giusto processo – ottenere informazioni durante il ciclo di acquisto. “I brand devono essere pronti a consegnare tutto, dai manuali di produzione, ai video e alle schede tecniche ai clienti, nella loro lingua e con i più alti standard”.
- La leadership dovrebbe guidare il cambiamento: quattro intervistati su cinque hanno affermato che le nuove sfide di queste catene intelligenti ostacolano la capacità di raggiungere obiettivi primari di business.
“Il risultato di un’organizzazione e di disconnessioni tecnologiche è povero, esperienze frammentate e clienti frustrati”, ha dichiarato Peggy Chen, responsabile marketing di SDL. “In un momento in cui i clienti girano online decine di volte al giorno, questa è un’enorme opportunità mancata.”
Retail & Digitalizzazione
In che modo le aziende possono migliorare l’esperienza del cliente attraverso il canale digital.
La vendita al dettaglio ha visto cambiamenti significativi negli ultimi anni poiché da un lato la sovrapposizione tra online e offline continua a rimanere offuscata, dall’altro la competizione si è intensificata, in quanto la tecnologia ha aperto nuove opportunità e il panorama generale della vendita offline è ora più imprevedibile che mai.
I consumatori contribuiscono a dare la carica all’innovazione tecnologica anche nel settore retail. Non è più un segreto che il mondo online ha aperto le porte verso una forma di personalizzazione anche negli acquisti. A maggior ragione le aziende devono sfruttare la tecnologia disponibile se vogliono stare al passo con la concorrenza, ma devono anche conformarsi alle leggi sui dati dei consumatori se vogliono far consolidare la fiducia nei loro brand.
La personalizzazione del cliente è la chiave
Negli ultimi anni la personalizzazione è cresciuta rapidamente nella vendita al dettaglio poiché sono stati resi disponibili una mole crescente di dati sui consumatori: ad esempio, un annuncio online di remarketing o un prodotto su Amazon che viene suggerito durante il processo di scelta di ogni cliente è ormai una consuetudine.
Si scopre che funziona: infatti più della metà dei clienti ritiene che le promozioni personalizzate li incoraggino ad acquistare prodotti pertinenti alle loro scelte. I rivenditori che ignorano il legame tra personalizzazione e acquisto vedranno perdere i propri clienti a favore della concorrenza.
Passare a un approccio digital-first può intimorire le aziende tradizionali, ma oggi l’opportunità di sfruttare i dati dei clienti per comprenderne meglio i comportamenti, aiuta a prevedere non solo i bisogni, ma porta alla lunga ad un guadagno di fedeltà verso il proprio brand. Per cui l’occasione presentata oggi è quantomai vantaggiosa da poter ignorare.
Anticipare i bisogni dei consumatori e personalizzare le offerte creando contenuti a misura di ogni utente diventa un approccio sine qua non che ogni azienda anche nel mondo del retail non può trascurare.
Arricchire la personalizzazione con dati preziosi
I dati ottenuti sui clienti sono fondamentali per i rivenditori (e per le altre aziende del settore) allo scopo di migliorare la life time value e fidelizzarli verso il brand. Le aziende dovrebbero sviluppare ogni strategia di vendita a partire proprio dalla raccolta e utilizzo dei dati sulle abitudini di acquisto dei consumatori, in modo da favorire il loro processo decisionale.
La soluzione a questo è adottare un approccio olistico sul percorso di acquisto del cliente. Per questo scopo si intende prendere come riferimento tutti i canali di marketing (online e offline), che possono essere analizzati includendo anche l’esperienza post acquisto dei clienti, un ottimo metro di giudizio che aiuta l’azienda a comprendere la sua reputazione agli occhi dei consumatori in linea con le loro esigenze.
I dati raccolti non dovrebbero fermarsi solo in un segmento, è essenziale che siano analizzati in tempo reale al fine di guidare le decisioni aziendali nel momento in cui si verificano.
Il marketing contestuale dai dati si è dimostrato efficace anche in passato; i marchi sono arrivati a personalizzare i contenuti in base alle circostanze attuali e nel momento esatto in cui interagiscono con gli utenti. La personalizzazione e la contestualizzazione possono andare di pari passo per creare approcci di vendita e marketing mirati e guidare così i lead di vendita.
Costruire la fiducia dei consumatori attraverso la conformità
I dati dovrebbero essere flessibili e trasferibili, piuttosto che contenuti, al fine di guidare i tanti canali online quali, SEO, siti web di brand ed e-commerce. Con il GDPR ora in piena forza, la sicurezza dei dati dei clienti è più vitale e pubblica che mai. La recente sanzione GDPR di Google di 50 milioni di euro da parte del regolatore di dati francese CNIL per violazione del regolamento, è un esempio chiave di come il mancato rispetto degli standard normativi possa diminuire la fiducia dei consumatori e danneggiare il valore fiscale e reputazionale di un’azienda.
La conservazione e gestione responsabile dei dati non solo miglioreranno la fiducia dei consumatori, ma potranno anche aiutare ad aumentare il coinvolgimento degli stessi con il marchio e di conseguenza le vendite. Al fine di sfruttare i dati in maniera corretta, le aziende devono garantire la loro conformità con tutti i requisiti normativi e di legge.
Inoltre, una corretta gestione dei dati consentirà di snellire i processi aziendali ed evitare inutili sprechi di tempo e denaro. Se i rivenditori implementassero adeguati strumenti di automatizzazione e archivio, si potrebbero gestire al meglio i percorsi decisionali di ogni cliente. In un futuro quanto mai prossimo la “Brand Loyalty” nel settore retail (e non solo), rappresenta lo step necessario per l’accettazione nel mondo digitale.